Lo stress è una reazione psicofiologica a eventi interni o esterni che ci accadono. Quindi può riguardare una preoccupazione o dei pensieri che abbiamo oppure delle circostanze che portano all’effetto di sollecitarci.
Oggi il nostro livello di stress è molto legato alle abitudini digitali che ci costruiamo: quanto spesso controlliamo la mail? Quante ore passiamo in conference call? Quante notifiche WhatsApp riceviamo in una giornata?
Il nostro livello di stress ha un impatto su più aspetti in noi e questo influisce ovviamente sul nostro benessere e di conseguenza anche efficacia. A proposito di benessere, potete approfondire il tema del benessere digitale nell’articolo uscito qualche tempo fa.
Un primo passo è distinguere lo stress negativo da quello positivo. Il primo è lo stato che ci porta a bloccarci o attivarci eccessivamente ma che comunque ha l’effetto di renderci poco efficaci in ciò che dobbiamo fare. Il secondo invece è il livello di attivazione che raggiungiamo in una situazione in cui si siamo fuori dalla nostra zona di confort, ma che ci carica per affrontarla al meglio.
La parola stress spesso viene associata totalmente ad un vissuto negativo. Qui vogliamo imparare a gestirlo lo stress, quando non possiamo magicamente eliminare la fonte dello stress stesso. L’obiettivo, quando parliamo di gestione dello stress, è capire come usare le sollecitazioni che sentiamo a livello fisico, cognitivo, comportamentale e emotivo in una determinata situazione proprio per aumentare la nostra efficacia e quindi passare dallo stress negativo a quello positivo.
Vediamo ora cosa si può fare in due circostanze distinte: momento di stress acuto e periodo di stress cronico.
Si parla di stress acuto quando la reazione fisiologica e psicologica di stress è attivata da un evento esterno circostanziato e facilmente identificabile. Insomma quanto abbiamo un picco acuto di attivazione che ci porta a sentirci particolarmente sollecitati. Per esempio nel momento in cui siamo alla scrivania a lavorare e continuiamo a ricevere telefonate o notifiche che ci mettono sotto pressione su varie questioni. In quel momento può essere che viviamo uno stato di stress acuto.
Ora vediamo cosa possiamo fare in quel preciso momento, per gestirlo in un modo che ci permetta di essere efficaci e quindi di non sentirci sovraccaricati dalla situazione.
Lo stress si manifesta a diversi livelli: mente e corpo. Dunque è qui che dobbiamo agire in quel momento, anche perché sono strettamente legati e si influenzano reciprocamente. Nel preciso momento in cui ci sentiamo troppo sollecitati
Lo stress cronico è una condizione che dura nel tempo, influenza diverse sfere della vita e può essere da ostacolo al perseguimento degli obiettivi personali. Si parla invece di stress cronico se la causa coincide con una condizione prolungata. In questo caso l’individuo si sente costantemente sotto pressione, e lo stato di allerta e l’attivazione corporea che ne derivano rischiano di cronicizzarsi.
L’eccesso di sovraeccitazione rischia di avere conseguenze potenzialmente dannose (per esempio una riduzione delle difese immunitarie). Capite bene che questa condizione è assai più complessa rispetto ai picchi di stress acuto. In questo caso, avendo comunque dei momenti acuti di stress è utile agire a quel livello per cercare di contenerne il potenziale effetto negativo.
Questo è spesso legato alle nostre abitudini digitali anche perché nel tempo il modo in cui usiamo smartphone e pc nella vita tra lavoro e privato ha un impatto sul work-life balance.
Possiamo ragionare su come prevenire una condizione di stress cronico che aumenti il nostro livello di benessere generale e quindi ci renda persone meno efficaci.
Vi lascio due spunti in tal senso, che ognuno può adattare a seconda delle proprie predisposizioni e di ciò che trova più utile per sè: